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Dall'Argentario a Tarquinia: tra natura, mare e archeologia

Come i Mille che insieme a Giuseppe Garibaldi nel maggio del 1860 approdarono nel porticciolo di Talamone, frazione di Orbetello, anche noi partiamo alla scoperta del nostro itinerario da questo meraviglioso borgo toscano affacciato sul mar Tirreno. Parte da qui il viaggio di questo mese alla scoperta della bassa maremma, del promontorio dell’Argentario fino a travalicare i confini regionali tra Toscana e Lazio andando alla scoperta di Capalbio e Montalto di Castro, prima di poter ammirare le bellezze etrusche patrimonio dell’Unesco di Tarquinia.

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immagine della tappa a Talamone (frazione di Orbetello)

Immagine di Talamone (frazione di Orbetello)

Il Castello di Talamone, edificato intorno al Duecento per volontà della famiglia Aldobrandeschi e che nel 1860 ospitò Garibaldi e i Mille, rappresenta il punto di partenza del nostro itinerario. Questo borgo marinaro, frazione del comune di Orbetello, sorge ai margini meridionali del Parco Naturale della Maremma. Abitato fin dall’epoca etrusca oggi è una delle località balneari più caratteristiche del Golfo dell’Argentario. Talamone è facilmente raggiungibile percorrendo l’Aurelia. Oltre al già citato Castello merita una visita anche il porticciolo. Dopo aver ammirato le bellezze di questo luogo rimettiamoci in sella alla nostra moto ed imboccando la Strada Provinciale Talamone prima e la SS1 dopo raggiungiamo la nostra prossima tappa. 

immagine della tappa b Porto Santo Stefano (frazione di Monte Argentario)

Immagine di Porto Santo Stefano (frazione di Monte Argentario)

Percorrendo la SS1 avremo la possibilità di ammirare tutta la bellezza del Golfo dell’Argentario e seguiamo le indicazioni per Porto Santo Stefano, prossima tappa del nostro itinerario. Superata la foce del fiume Albegna merita una visita il Forte delle Saline costruito da Filippo IV di Spagna per difendere appunto il territorio delle saline. Lasciamo così il comune di Orbetello per entrare in quello di Monte Argentario percorrendo la Giannella, che insieme alla Feniglia rappresentano le due fasce sabbiose che collegano l’isolotto con la terra ferma. Imboccando la strada Panoramica potremmo così giungere a Porto Santo Stefano. Sostate la vostra moto e se siete amanti della cucina a base di pesce non perdete l’occasione di fermarvi in uno dei ristoranti della zona, non prima di aver visitato la Marina di Porto Santo Stefano, il Lungomare dei Navigatori e la Fortezza Spagnola, ma se tutto questo camminare non vi ha fatto ancora venire fame, risalite in sella alla vostra moto e preparatevi alla nostra prossima tappa, anche perché potrete decidere di fermarvi a mangiare a Porto Ercole o potrete anche sostare per il pranzo a Capalbio.

immagine della tappa c Porto Ercole (frazione di Monte Argentario)

Immagine di Porto Ercole (frazione di Monte Argentario)

A questo punto vi proponiamo due alternative o ripercorrere la SS440 in direzione opposta o raggiungere Porto Ercole non prima di aver percorso l’intero perimetro del Monte Argentario continuando lungo una strada panoramica ricca di tornanti che permetterà di apprezzare appieno il paesaggio spettacolare delle spiagge e della vegetazione rigogliosa del Monte Argentario e di raggiungere la zona di Porto Ercole dove la costa forma calette e spiagge con acqua trasparente e che riflette il verde della macchia mediterranea.

Una visita al centro di Porto Ercole non può prescindere dal Porticciolo, che potrete ammirare anche da Piazza Santa Barbara che si trova in posizione panoramica all’interno delle mura e sulla quale affaccia anche il Palazzo del Governatore. Altra particolarità architettonica di Porto Ercole è la Rocca Aldobrandesca, anche questa eretta per scopi difensivi.

immagine della tappa d Orbetello

Immagine di Orbetello

Riprendiamo il nostro tour e proseguiamo in direzione Terrarossa, per poi attraversare il ponte sulla laguna di Orbetello, vedremo così sulla nostra sinistra il Mulino Spagnolo, uno dei simboli di questa cittadina toscana. Il Mulino Spagnolo è l’ultimo esemplare dei nove mulini a vento fatti costruire dai Senesi e restaurati dagli spagnoli.
La cittadina si estende sopra una lingua di terra che sorge in una laguna, per questo il paesaggio che la circonda ha un fascino particolarissimo: qui potrete ammirare, attraversando Piazza del Plebiscito, il Duomo di Santa Maria Assunta, e addentrandovi nel centro storico potrete giungere fino alla Polveriera Guzman, che oggi è sede del Museo Archeologico Comunale.

immagine della tappa e Ansedonia (frazione di Orbetello)

Immagine di Ansedonia (frazione di Orbetello)

Il nostro viaggio alla scoperta delle bellezze di Orbetello ci porta ad Ansedonia, altro borgo della cittadina toscana, che possiamo raggiungere seguendo la strada che costeggia la laguna e costeggia la Riserva Naturale Duna Feniglia. Questa zona era abitata fin dall’antichità e per gli appassionati di archeologia vi consigliamo una visita agli scavi archeologici dell’antica colonia romana di Cosa ed al Museo Archeologico Nazionale

immagine della tappa f Capalbio

Immagine di Capalbio

Prossima tappa del nostro itinerario è la cittadina di Capalbio che potrete raggiungere percorrendo in direzione sud la SS1 e imboccando lo svincolo proprio per Capalbio. Avremo così la possibilità di conoscere il comune più a sud della Maremma toscana, che ebbe un’importanza fondamentale in epoca rinascimentale, tanto da guadagnarsi l’appellativo di piccola Atene. Il suo territorio è estremamente interessante dal punto di vista naturalistico con boschi e paesaggi lacustri protetti l’oasi naturale del Lago di Burano, area protetta del Wwf che insieme alle sue spiagge, tra cui quella del Chiarone, e il Giardino dei Tarocchi rappresentano l’autentica attrazione di questo territorio. 

immagine della tappa g Montalto di Castro

Immagine di Montalto di Castro

Riprendendo in direzione Sud la SS1 travalichiamo il confine regionale tra Toscana e Lazio ed entriamo nella zona della Maremma Laziale in provincia di Viterbo. Costeggiamo il litorale tirrenico fino a Montalto di Castro, nota località turistica, caratterizzata da un bellissimo litorale con sabbia fine e chiara e mare cristallino. Il suo centro storico mantiene i tratti medievali. Risale a questo periodo la costruzione del possente Castello Guglielmi. Insieme al castello, si può rivivere l’atmosfera del borgo medievale passeggiando per le viuzze strette cinte dalle mura parzialmente ancora conservate. Sulla stessa Piazza del Castello è possibile visitare anche la Chiesa di Santa Croce, che custodisce la bellissima immagine della Madonna della Vittoria, cui la popolazione locale è molto devota.
Visitando Montalto di Castro, non si può perdere una tappa presso l’importante Parco Archeologico Naturalistico di Vulci, all’interno del quale possiamo ammirare i numerosi ritrovamenti, frutto degli scavi archeologici, che testimoniano la storia dell’antica città etrusca; in parte essi sono osservabili presso il complesso del Castello dell’Abbadia, sede del Museo Archeologico Nazionale di Vulci.

immagine della tappa h Tarquinia

Immagine di Tarquinia

Mare, natura e archeologia la fanno da collante lungo questo nostro itinerario che ora ci porterà alla scoperta di Tarquinia, ultima tappa del nostro itinerario. Cittadina nata come insediamento etrusco e risorta a nuovi splendori  durante il Medioevo ed il Rinascimento. Attraverso i suoi vicoli incontriamo gli splendori della storia e dell’architettura di queste epoche.

Iniziamo il nostro itinerario da Piazza Belvedere sulla quale si affaccia la Chiesa di Sant’Antonio Abate. Da qui ci spostiamo a Piazza Cavour, nel borgo antico della cittadina, circondata da edifici mozzafiato, come il rinascimentale Palazzo Vitelleschi, sede  del Museo Nazionale Etrusco. Ci spostiamo, poi, verso Piazza  Duomo uno degli scorci urbani più importanti di Tarquinia, dove è possibile ammirare il meraviglioso Duomo Santa Margherita. Imbocchiamo Via Porta di Castello, sulla quale possiamo ammirare la Torre Dante, Torrione Matilde di Canossa, la meravigliosa Porta Castello e la Chiesa Santa Maria di Castello, splendido edificio del XII secolo. Ma Tarquinia è famosa soprattutto per le sue vestigia etrusche, che gli sono valse il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco. 

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